#podericolla nuove annate e qualche novità...
Dalle “brente di vino Negro” ai grandi cru di Barolo e Barbaresco, passando per il “Moscatello”, il Vermouth e lo Spumante Metodo Classico: trecento anni raccontati dai vini che la famiglia Colla ha saputo valorizzare, dedicandosi alla ricerca e sperimentazione, alla tutela ed alla divulgazione dei grandi vini piemontesi.
1700 - 1800: GLI ESORDI
I documenti del 1703 segnano l’inizio della storia vitivinicola della Famiglia Colla: Carlo Colla, con il figlio Stefano, vende “bottelli di Rosatello” e “brente di vino Negro” prodotti nei vigneti di proprietà a Santo Stefano Belbo. Nel 1778 il nipote Pietro acquista una cascina con vigna a S. Giorgio (un tempo Arzignano) di Castiglione Tinella e vende il “Moscatello”.
1800 - 1900: IDEA MOSCATO E VERMOUTH
Nel ‘700 Carpano inventa il vermouth e la produzione di questo “moscato aromatico” diventa un’arte che Pietro Colla e il figlio primogenito Giuseppe fanno propria. Per la sagacia e la capacità Giuseppe diventa l’uomo di fiducia di Carlo Gancia, ma la Famiglia Colla continua anche nella produzione in proprio dei vini a Castiglione Tinella, nel momento della crescita dell’enologia e della viticoltura locali.
1900 - 1994: LO SPUMANTE E I CRU
Due nomi su tutti nella Famiglia Colla: Pietro (nipote di Giuseppe Colla) e Beppe (figlio maggiore di Pietro). Due personaggi che hanno scritto la storia dell’enologia piemontese. Pietro Colla, classe 1894, appresa la difficile arte del metodo champenoise dall’uomo, Giuseppe Gallese, che decenni prima l’aveva importata dalla Champagne, ha divulgato l’arte e la qualità dello Spumante Metodo Classico grazie al suo lavoro alla Gancia e all’acquisto di vigneti pregiati a Moncucco di Santo Stefano Belbo. Persona stimata e reputata, richiesta da importanti aziende del tempo, socio del neonato Consorzio dell’Asti (1932), vende i suoi vini in Italia e all’estero.
Nel 1930 nasce il figlio Beppe che nel 1956 rileva la ditta del Cav. Prunotto e, quando ancora i vini piemontesi erano pochissimo conosciuti, la rende una realtà famosa nel mondo. Uomo dal pensiero affilato ed innovativo, partecipa alla stesura dei disciplinari di produzione delle Denominazioni dei vini di Alba e persegue costantemente la qualità: negli anni ’60 per primo in Langa inizia a vinificare separatamente le uve delle posizioni migliori ed introduce in etichetta la parola cru, un termine di grande importanza per la tutela del territorio.
Nel 1949 nasce Tino, l’ultimogenito di Pietro, che dopo varie esperienze all’estero e in Italia e, dopo aver affiancato il fratello Beppe alla Prunotto, diventa il punto di riferimento per la Poderi Colla, azienda nata nel 1994 e che si avvale dell’esperienza di Federica (nipote di Tino) e di Pietro (figlio di Tino).
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Dardi le Rose Barolo “Bussia”
Una sinfonia di aromi per un maestoso Barolo “classico”, complesso ed armonioso, fruttato ed elegante, con una grande potenzialità di invecchiamento.
Il vigneto è situato a Bussia Soprana di Monforte, sottozona Dardi: la prima vigna ad essere vinificata separatamente da Beppe Colla nel 1961 e ad essere indicata in etichetta.
VIGNETO: Vitigno: Nebbiolo 100%. Esposizione Sud, Sud-Ovest. Altitudine compresa tra 300 e 350 metri ca. slm. Anno di impianto: 1970 - 1985. Ceppi per ettaro 4.000 ca. Resa in litri per ettaro 4.000 ca. Epoca di vendemmia: 10-20 ottobre.
CANTINA: Raccolta manuale, diraspatura, pigiatura, macerazione con le bucce per 12/15 giorni alla temperatura massima di 30° circa, fermentazione malolattica completa prima dell'inverno. In primavera passa in botti di rovere di Slavonia per un periodo tra i 24 e i 28 mesi.
DEGUSTAZIONE: Rosso granato intenso, ampio ed elegante bouquet delicatamente speziato, con sentori di fiori, piccoli frutti rossi e goudron. Al palato struttura opulente sostenuta da tannini morbidi, rivestiti di frutta matura e liquirizia. Un “maestoso” nebbiolo tradizionale con la potenza, l’armonia e complessità di una grande orchestra! Straordinaria capacità di invecchiamento. Perfetto l’abbinamento con piatti di carni rosse e selvaggina da pelo, ma perché no, per piatti di pesce molto ricchi, tipo il rombo al forno, piuttosto che per una cena a base di formaggi ricercati.
Temperatura di servizio 17/19° C. – Calice molto ampio - Consigliabile scaraffare al momento del consumo per opportuna aerazione nel caso di annate molto vecchie
Langhe Pinot Nero “Campo Romano”
E’ un Pinot Nero in purezza, impiantato nel 1977 a Cascine Drago con viti arrivate dalla Borgogna. L’eleganza e la finezza del pinot nero francese su una struttura chiaramente piemontese. Il nome deriva dal fatto che all’epoca dello scasso per piantare il vigneto, sono stati trovati dei resti di origine romana: pezzi di mattoni e tegole ed anfore, appartenenti ad un insediamento romano.
VIGNETO: Vitigno: Pinot Nero Borgogna 100%. Esposizione : Ovest. Altitudine media 330 metri ca. slm. Anno di impianto: 1977. Ceppi per ettaro 4.000 ca.. Resa in litri per ettaro 3.500-4.000 ca. Epoca di vendemmia: 10-20 settembre.
CANTINA: Raccolta manuale, immediata diraspatura, pigiatura, macerazione con le bucce per 8/10 giorni a una temperatura di circa 30°, fermentazione malolattica completa prima dell'inverno. Affinamento in botti di rovere per 12 mesi circa. Tenore in alcol : 12,5-13,5 % vol. Acidità totale : 5-5,5 gr./l. ac. tartarico. Estratto secco : 23-25 gr./l.
DEGUSTAZIONE: Rosso granato delicato; naso fine, aromi di griotte, tabacco, spezie. In bocca sapori di frutta matura, tannini freschi, rotondi e ben integrati nel corpo del vino. Lunghezza e persistenza di aromi con buona potenzialità all’invecchiamento. Sebbene non della tradizione piemontese, è un vino che ben si sposa con i nostri agnolotti e con i volatili al forno. Temperatura di servizio 14/16° C. – Calice piuttosto ampio per esprimere il volume del vino.
Langhe Rosso “Bricco del Drago”
Questo vino è nato nel 1969, quando il Dott. Degiacomi, precedente titolare delle Cascine Drago, producendo un Dolcetto atipico, che necessitava di affinamento in botte, ha deciso di assemblarlo con una piccola percentuale di Nebbiolo per aumentarne la finezza dandogli il nome della proprietà. Ecco il Bricco del Drago, vino complesso, elegante e fruttato che evolve in maniera egregia negli anni. Il vino è così particolare da essere l’unico vino da tavola ad aver ottenuto la delimitazione della zona di produzione con Decreto del Presidente della Repubblica n. 196 del 1987.
VIGNETO: Vitigno: Dolcetto 85% ca. ; Nebbiolo 15% ca. Esposizione Ovest. Altitudine compresa tra 330 e 400 metri slm. Anno di impianto : 1970 - 1989 - 2000. Ceppi per ettaro 5.000 ca. Resa in litri per ettaro 4.000 ca. Epoca di vendemmia: Dolcetto 20-30 settembre ; Nebbiolo 1-10 ottobre.
CANTINA: Le due uve - raccolte a mano - vengono vinificate separatamente, poichè la maturazione avviene in tempi differenti: l'assemblaggio dei due vini è effettuato al momento del passaggio nel legno. La macerazione è di 5/8 giorni ca. per il Dolcetto e di 10/12 ca. per il Nebbiolo ad una temperatura massima di circa 25° e di 30°, rispettivamente. La sosta in legno, botti di rovere, si protrae per 18/24 mesi a seconda dell'annata. Tenore in Alcol : 13-14 % vol. Acidità totale : 5-5,5 gr./l. ac. tartarico. Estratto secco : 27-30 gr./l.
DEGUSTAZIONE: Colore rubino molto intenso e profondo con sfumature violacee tipiche del Dolcetto. Profumo elegante per la perfetta fusione della finezza del Nebbiolo con il volume/dimensione del Dolcetto. Un repertorio dalle note speziate e vinose tipiche delle due uve fuse nella maturità. In bocca possiede concentrazione e lunghezza, che gli permettono una sorprendente possibilità di invecchiamento. Alcuni dei più grandi vini del mondo sono frutto di assemblaggio, il Bricco del Drago ne è forse la più storica e genuina interpretazione italiana derivando interamente da uve autoctone piemontesi. Temperatura di servizio 17/19° C. – Calice ampio.
Vino Aromatizzato “Bonmè”
Una chicca per gli appassionati dei vini dolci e aromatizzati: dalla ricetta di famiglia è il Vermouth nella sua formulazione originaria 100% a base di mosto di uva moscato. Sorprendente negli abbinamenti. In dialetto piemontese Bonmé indica l'assenzio (Arthemisia absinthium).
Premesse storiche: Durante il Medioevo nell'Italia settentrionale si produceva con uva Moscato - denominata all'epoca uva greca - il vingreco: fortemente aromatico, dolce, molto alcolico, arricchito con estratti vegetali. Nel XVIII secolo si è avuta una riscoperta ed una grande diffusione di questa tipologia di prodotto con l'invenzione a Torino del Vermouth: ottenuto inizialmente da vino Moscato con l'aggiunta di infusi vegetali in cui prevaleva, come nel caso del nostro Bonmé, l'assenzio.
Produzione: L’uva moscato viene torchiata subito dopo la raccolta e nel mosto ottenuto viene aggiunto dell'Alcool Buongusto purissimo per prevenire l'inizio della fermentazione alcoolica. In tal modo è lo zucchero naturale dell'uva a rendere dolce il Bonmé conservandone la straordinaria carica aromatica. Le erbe e le componenti vegetali (scorza, semi, radici, infiorescenze), che servono per la concia da aggiungere al Moscato, vengono messe separatamente in infusione in alcool per una/due settimane: i circa dodici estratti che si ottengono vengono provati in varie combinazioni fino a trovare le dosi ed il giusto equilibrio che garantiscano il risultato ottimale. Si lascia riposare ed amalgamare per alcuni mesi prima di passarlo in bottiglia.
Modalità di servizio: Ideale come aperitivo ed a fine pasto con la pasticceria secca ed i dolci a base di cioccolato amaro, è sorprendentemente piacevole con i formaggi forti e piccanti (tipo gorgonzola naturale) o insaporiti con erbe e spezie. Servire fresco a 7/8° C.