I Clivi, nuove annate...
i Clivi
La Storia
L’acquisto nel 1994 di una casa in collina con annessa vecchia vigna e sovrastante bosco nel paese natale della moglie a Brazzano di Cormons nel cuore del Collio ha mutato la lunga fedeltà al vino di un bevitore dilettante in impegno di produttore a tempo pieno. Poiché, suo malgrado, la vigna ha preso il sopravvento sulle speranze di quieto vivere, facendo irresistibilmente valere le sue esigenze.
Così, a quei primi due ettari di vigna se ne sono poi aggiunti altrettanti, anche questi in area doc Collio a Brazzano e con le stesse caratteristiche, ossia posizione in costa, esposizione privilegiata e viti molto vecchie. Poi, nel 1997, un’altra vecchia vigna, a poca distanza ma al di là dello Judrio in territorio Colli Orientali del Friuli, otto ettari sulla collina di Gramogliano in comune di Corno di Rosazzo. Anche qui con annesso bosco e casa colonica che, restaurata e completata di cantina interrata, è divenuta la sede dell’azienda. La prima annata messa in bottiglia è il 1996.
Il titolare e il figlio Mario si occupano personalmente della cura dei vigneti e del lavoro di cantina, in modo da garantire assoluta unità di indirizzo e rigoroso controllo qualitativo in ogni singola fase del ciclo produttivo del vino.
I Vigneti
I vigneti dei Clivi Sono composti da viti molto vecchie - la quasi totalità di età compresa tra i 40 e i 60 anni, ma in alcuni appezzamenti non lontane dal secolo di vita - di varietà in grande prevalenza autoctone, allevate secondo la tradizionale configurazione a doppio capovolto.
Malgrado le grandi difficoltà che pongono sotto l’aspetto sia operativo che economico per la necessità di eseguire la maggior parte dei lavori di campagna a mano, questi vigneti sono un lascito prezioso, non solo in considerazione dell’età delle piante, ma anche perché sono un reperto di antica sapienza, sia sotto il profilo della prevenzione dell’erosione dei pendii sia sotto quello della composizione varietale dei vigneti e, conseguentemente, del vino. Che in passato qui non era da monovitigno, ma solitamente ottenuto appunto mettendo insieme le partite di tutte le varietà coltivate. Una tradizione tuttora seguita ai Clivi.
Le tecniche di conduzione adottate puntano al più alto livello qualitativo possibile nel contesto dell’annata. Quindi, per citarne alcune: potature corte, cimature limitate, trattamenti a base di rame e zolfo, esclusione di concimi e irrigazioni, vendemmia differenziata (per passaggi successivi), raccolta a mano in cassette per evitare ossidazioni da prematuro schiacciamento.
La Cantina
Interamente interrata, la cantina consta di due celle di vinificazione ed è attrezzata con vasi vinari della capacità totale di 500 hl, una sala di lavorazione, e un locale di maturazione, per un totale di 270 metri quadrati.
Il vino ha bisogno di tempo. Anche in cantina, così come in vigna, l’attività è governata dai ritmi lenti dei processi naturali e dai tempi lunghi del lavoro manuale. Le uve sono sottoposte a cernita prima della lavorazione, la pressatura delle uve bianche è fatta in mini-presse che impediscono lo sfregamento delle bucce, le fermentazioni sono condotte sui lieviti propri dell’uva a bassa temperatura e durano a lungo, i vini maturano sui propri fondi, sono evitate le filtrature, le chiarifiche avvengono per sedimentazione, le bottiglia sono riempite per gravità evitando l’uso di macchine riempitrici a pressione, anche la tappatura è fatta a mano. E’ evitata la rapidità, propria delle macchine e della produzione industriale, che ha bisogno di grandi quantità e di operazioni meccanicamente ripetitive.
Ecco le Nuove annate:
Clivi Galea 2008 Tocai Colli Orientali 13,5% vol. - 16.00€
Clivi Galea 2007 Tocai Colli Orientali 13,5% vol. - 18.00€
Clivi Brazan 2008 Tocai Collio 13,5% vol. - 16.00€
Clivi Brazan 2007 Tocai Collio 13% vol. - 18.00€
Malvasia Istriana 2009 13% vol. - 19.00€
Ribolla Gialla 2010 11,5% vol. - 14.00€
Verduzzo Secco 2010 13% vol. - 13.00€
Merlot Galea 1997 14% vol. - 43.00€
Gatta... Franciacorta
Agricola Gatta situata nella parte più orientale della Franciacorta e precisamente sulla collina della Stella, che con i suoi 270 metri di altezza domina i Comuni di Cellatica e Gussago,forti di lunga storia viticola; si narra del buon vino di Cellatica sin dal XV secolo, infatti, in questa piccola zona oltre al famoso Franciacorta produciamo con cure particolari un vino rosso a lungo trascurato, il Cellatica Superiore Negus che prende il nome dell’iniziatore della storia viticola della famiglia Gatta. Angelo Gatta detto “Negus” impiantò negli anni ‘60 il primo vigneto che tutt’ora produce questo vino intrigante.
Superficie vitata 25 Ha distribuiti tra le colline di Cellatica, Gussago, Rodengo Saiano e Monticelli Brusati. Zone con terreni calcareo argillosi che contribuiscono a dare una particolare personalità a tutti i suoi prodotti; per questo motivo siamo convinti, e ci piace affermare una terra, un vino...
I Franciacorta prodotti dall’Azienda:
Franciacorta Brut, 12.5%vol - 15€
Franciacorta Saten 2006, 12.5%vol. - 20€
Franciacorta ExtraBrut Molenèr 2004, 12.5%vol. - 25€
Franciacorta ExtraBrut Rosè, 12.5%vol. - 22€
Franciacorta Dosaggio Zero, 12.5%vol. - 22€
Franciacorta Riserva Arcano 1997, 12.5%vol. - 32.00€
Ritorna il Cuvée 60 di Casa Caterina
Casa Caterina, l’azienda di Aurelio del Bono, è situata a Monticelli Brusati, nel cuore della Franciacorta, una tra le zone più blasonate dell’Italia enoica; pertanto un vignaiolo qualunque, consapevole della fortuna che ha per le mani, si metterebbe a produrrebbe il suo spumante, non necessariamente straordinario, attenendosi rigorosamente al disciplinare per poi commercializzarlo con il prestigioso bollino della DOCG. Semplice no? Senza stressarsi più di tanto prestigio e clientela assicurati. Il problema e che Aurelio Del Bono, non è un vignaiolo qualunque e soprattutto non è “normale” detto nel senso più affettuoso del termine. Fino a qualche anno fa la chimica era una presenza costante nella sua cantina, poi un giorno Aurelio si è reso conto di fare dei vini che non avevano un senso, che non lo emozionavano, allora ha buttato via tutto per ricominciare in piena libertà senza i condizionamenti della denominazione e soprattutto senza compromessi, niente dosaggio, permanenza minima sui lieviti elevata (almeno 36 mesi, ma è più probabile 60) produzioni limitatissime. Oggi Casa Caterina lavora secondo i dettami del biodinamico producendo spumanti che sono spesso paragonati agli Champagne, qualcuno parla di stile “Selosse”; a me piacere pensare invece che Aurelio segua un suo percorso molto personale e intrigante, tanto che forse un giorno qualcuno, assaggiando i vini di Aurelio, citerà il grande Paolo Conte “I francesi che s’ incazzano e le balle ancor gli girano……”
Fonte: La Stanza del Vino.
Cuvée 60 Brut Pas Dosè 2004 (Chardonnay 100%) 12,5% Vol. Mill. 2004: E’ sicuramente lo spumante più “facile” da bere dell’azienda, dove ovviamente facile non vuol dire semplice, si tratta pur sempre di un vino di grande personalità e complessità. 60 mesi sui Lieviti, non dosato. Prezzo in Enoteca 26.00€
Soave...
Dal 1890 quattro generazioni hanno segnato la storia dell'azienda Pieropan, ognuna con apporti diversi in relazione ai tempi, alle conoscenze e allo spirito imprenditoriale. L'attività vitivinicola inizia con Leonildo, medico del paese di Soave che, spinto dalle conoscenze in biologia e chimica, intraprende il lavoro nei vigneti di famiglia e in cantina.
I figli, Fausto e Gustavo, hanno continuato l'opera con infinita passione, ma l'imprinting fondamentale è dato da Leonildo, nipote del primo fondatore che con uno stile unico e una innata vocazione ha rivoluzionato l'azienda.
La convinzione della centralità del vigneto, l'incessante ricerca dell'eccellenza qualitativa e il rinnovamento dei processi di vinificazione, caratterizzano l'identità Pieropan.
Leonildo condivide con la moglie Teresita il grande amore per la terra, la consapevolezza del valore della tradizione e un patrimonio familiare trasmesso ai figli Andrea e Dario che, assieme ai genitori, guidano oggi l'azienda.
Dall'esasperata attenzione e selezione delle migliori uve, nascono tutti i vini della famiglia Pieropan. Sono vini che si distinguono per stile e per essere autentiche espressioni del territorio e dell'uomo che con amore e dedizione li fa crescere.
Accanto alla versione più giovane del Soave Classico ci sono i crus Calvarino e il La Rocca, espressioni ai vertici della piramide qualitativa. Da più di un secolo Pieropan si distingue per la produzione del recioto di Soave, tipico prodotto ottenuto dall'appassimento dell'uva Garganega. Da pochi anni la famiglia Pieropan ha intrapreso un nuovo progetto in Valpolicella e la proposta si arrichisce con due novità: Ruberpan e l'Amarone.
Soave Classico - 12% vol 2009 - 10€
Soave Classico “Calvarino” - 12,5% vol 2008 - 16€
Soave Classico “La Rocca” - 13% vol 2008 - 23€
E' arrivato il Ruchè nuova D.O.C.G.
L'Azienda Agricola Gatto nasce alla fine dell' ottocento con il nonno Giacomo che inizia a vinificare le prime uve Barbera e vendere il vino ottenuto. Già nel 1928 l'Azienda veniva insignita del Regio Diploma di Medaglia d'Oro per la qualità dei suoi vini, erano i tempi in cui il nonno portava i vini a Milano sul carro trainato dai cavalli. La clientela, generazione per generazione, ha mantenuto l'attaccamento alla cantina e l'epopea è continuata fino a oggi, passando per tappe significative, come quello dell'altro Oro assegnato nel 1964 alla Mostra Mercato dei Vini Pregiati di Torino.
Lo sviluppo dell'antica tradizione famigliare ora è garantita dal sottoscritto Pierfrancesco, enotecnico, che segue vigneti e cantina apportando nel lavoro la sua esperienza tecnica. L'Azienda si estende per otto ettari disposti tra le colline di Castagnole Monferrato e Montemagno coltivati a Ruchè , Grignolino e Barbera. Le rese per ettaro sono contenute, e da uve selezionate vengono prodotti i vini tipici del Monferrato Astigiano: Barbera d'Asti e Barbera del Monferrato, e vini tipici della luogo: il Grignolino d'Asti e il Ruchè di Castagnole Monferrato. Il Grignolino d'Asti, pur non avendo ricevuto un consenso internazionale, per la sua piacevolezza e per il suo colore cerasuolo è tanto gradito ai consumatori milanesi quanto amato dalla gente di queste colline.
Infine il Ruchè di Castagnole Monferrato, il vino del mistero, che con il suo bouquet aromatico, quasi speziato, lo rendono unico e incofodibile. si trovano ad una altitudine che oscilla dai 230- 260 metri sul livello del mare ed hanno una esposizione sud sud-ovest e ovest. Sono di natura franca sabbiosi, privi di scheletro e poca presenza di sostanza organica, ricchi di potassio e magnesio e con ph basico per la presenza di vene calcaree. si estendono per otto ettari così suddivisi:3 Ha di Ruchè 1 Ha di Grignolino 4 Ha di Barbera. La forma di allevamento è a Guyot, con sesto di impianto 2,40x0,85 e con 4800 ceppi per ettaro. risale alla metà dell'ottocento, e con il passare del tempo si è ampliata sfruttando al meglio gli spazi della struttura già esistente rimanendo divisa per locali.
Il primo locale è quello di conferimento uve, dotato di una tramoggia collegata a una diraspapigiatrice e a una pompa che trasporta il pigiato nei due vinificatori orizzontali dove avviene la fermentazione a temperatura controllata.
Il secondo locale, adiacente al primo, è quello di stoccaggio e imbottigliamento dove viene lavorato il vino e imbottigliato per poi essere confezionato. Infine il locale interrato dove avviene l'invecchiamento del vino in botti di legno e l'affinamento in bottiglia.
Ruchè di Castagnole Monferrato 2010 - 14,5% vol. - € 11.00