#Cavalleri dalla Franciacorta con la nuova Riserva...
Ogni vino racconta una storia, una storia in cui si parla di eventi naturali e di interventi dell’uomo. Le diverse vendemmie interpretate dalle nostre scelte produttive in vigna e in cantina, danno vita a cuvèe, che esprimono al meglio le potenzialità dell’annata, mantenendo come filo conduttore lo stile Cavalleri. È la combinazione tra il lavoro della natura e il nostro che rende unico ogni vino che creiamo. Creazioni uniche.
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Franciacorta Blanc de Blanc - 24€
Franciacorta Blanc de Blanc Magnum - 52€
La cuvée è ottenuta assemblando i vini derivati dai nostri vigneti DOCG situati sulle colline attorno ad Erbusco: la maggior parte proviene dalla vendemmia 2013, il 25% deriva da basi di annate precedenti, appositamente conservate a bassa temperatura. Il Brut Blanc de Blancs è la cuvée più rappresentativa dei nostri Franciacorta, sottolinea ed esprime perfettamente la filosofia aziendale, volta ad ottenere un Blanc de Blancs nel quale lo chardonnay mostri grande eleganza e finezza e sorprendente capacità evolutiva.
Le condizioni climatiche della primavera e dell’estate 2012 sono state ideali per la maturazione del pinot nero, in Franciacorta. La ridotta quantità di uva prodotta da ogni pianta ed il limitato apporto idrico dovuto alla scarsità delle piogge, hanno contribuito ad un’eccezionale concentrazione degli aromi. L’esposizione a nord dell’appezzamento da cui questo vino deriva, ha consentito di preservare un ottimo equilibrio acido, nonostante le temperature elevate del mese di agosto. In questa cuvée si può apprezzare quindi un insolito connubio tra maturità, struttura e freschezza, ulteriormente arricchito da una piccola percentuale (20%) del nostro chardonnay più elegante e minerale.
Franciacorta Collezione Grandi Cru 2011 - 36€
E pensare che non è stato amore a prima vista neppure per noi. Più che comprensibile, dopo l’annata 2008, dentro la quale ci avevamo lasciato il cuore. Ma ancor più spiegabile, in virtù del profilo aromatico (il biglietto da visita di un vino) insolito, diverso, perfino spiazzante. Innanzitutto più ampio e intenso del classico delicato approccio olfattivo Cavalleri: fiori di campo, fieno, menta, zenzero in rilievo su agrumi e lievito. Poi la bocca ineffabile, camaleontica: più larga che verticale, ma pura; vellicata da spuma sottile e con buon allungo salino in chiusura. Sommessamente, ci sentiamo di ricondurre il succitato, inedito equilibrio organolettico, alla scelta di allargare la base della cuvée 2009, da tre a cinque appezzamenti, inserendo per la prima volta in assoluto un “nuovo” cru (impianto del 1975) della collina nord-orientale di Erbusco. Quali altre positive sorprese ci riserverà, evolvendo, questo Collezione?
Franciacorta Pas Dosè Au Contraire 2008 - 52€
Siamo pienamente consapevoli, sequel improbabili di film e romanzi ce lo ricordano quotidianamente, delle insidie insite nella replica di un’eccellenza. Per cui, ben sette anni abbiamo dovuto pazientare, vagliando sette vendemmie prima di individuare quella degna e affidabile, in grado di evitarci questo rischio. E’ stata una cuvée di soli 50 ettolitri di chardonnay e pinot nero, frutto di una maniacale e ragionata selezione di uve nostre del pluriosannato millesimo 2008 a raccogliere la sfida lanciata dall’indimenticato Au Contraire 2001. Oggi sono poco più di 6000 bottiglie di un Franciacorta, maturato 72 mesi sui lieviti e degorgiato con solo rabbocco (senza liqueur e zucchero), con parametri analitici da vero fuoriclasse che si traducono in potenza, eleganza e persistenza. E carattere; che rivela, da subito, nel classico colore “occhio di pernice”. Mentre per il futuro ci concediamo una previsione che è pure una scommessa: siamo di fronte a un vino che migliorerà ed evolverà per lunghissimi anni e vivrà più a lungo delle già longeve Riserve Cavalleri. Ben oltre la data di commercializzazione del prossimo Au Contraire.
Franciacorta Collezione Giovanni Cavalleri 2007 - 60€
Il valore intrinseco e la vocazionalità di un terroir si valutano prendendo in considerazione molteplici aspetti. Uno dei principali rimane indiscutibilmente la longevità dei vini che da quel territorio hanno origine. La storia della Cavalleri è strettamente legata alla ricerca del carattere e delle potenzialità della Franciacorta. Dopo cinquant’anni di lavoro e di esperienza vi proponiamo questa Riserva 2007 Collezione Esclusiva Giovanni Cavalleri, a nostro parere arrivata all’apice della sua evoluzione oggi, a dieci anni dalla vendemmia. Non lo consideriamo certo un traguardo, ma è sicuramente un ottimo punto di partenza.
Cambio d'Annata per #Arte ed il #Barolo di Domenico Clerico...
…Caro Papà, è con grande onore che accetto di far proseguire l'azienda che tu hai creato in una vita di fatiche! Ma ti prego di accettare la mia volontà: nel massimo rispetto verso tutto ciò che hai fatto e mi hai tramandato, io voglio proseguire solo facendo vino. Voglio dimostrare a tutti, con il tuo appoggio e l'aiuto di Giuliana, che posso fare grandi vini che la gente apprezzerà, perché la terra in cui viviamo ha un qualcosa di prezioso che ancora non comprendiamo”...
Da tempo, mio padre produceva uve, che conferiva alla cantina sociale, ed una modesta quantità di frutta che vendeva nei mercati della zona. Era una tipica, piccola, azienda agricola piemontese, di circa 4 - 5 ettari di terra. Nel 1976 egli mi chiese se avessi voluto prendere in mano le redini dell'azienda. D' accordo con mia moglie Giuliana incominciai questa grande avventura...
Sin dall'inizio privilegiai il lavoro tra i filari, convinto che per ottenere vini buoni si debba allevare la vigna con amore e dedizione, instaurando con la terra un legame intenso e di scambio continuo per imparare a capire le esigenze della vite in ogni momento dell'anno.
E così, proseguendo nella mia avventura, la scelta di iniziare a produrre grandi vini, mi pose di fronte alla necessità di acquistare nuove vigne, ben posizionate nei cru che preferivo. Nel 1977 ho acquistato un piccolo appezzamento nel cuore della "Bussia", che mi ha permesso di produrre il mio primo Barolo : "Briccotto Bussia". Qualche anno più tardi riesco ad ottenere una fantastica vigna nel cru "Ginestra" dalla quale ho iniziato a produrre il mio Barolo "Ciabot Mentin" e poco dopo una altra vigna in questo splendido cru da dove ottengo il Barolo "Pajana" . Nel 1995 scelgo un appezzamento in altro cru chiamato "Mosconi" ed inizia la vita del mio Barolo "Percristina" .
Con molte fatiche e buona volontà siamo arrivati a costruire un azienda che oggi è composta da circa 21 ettari per un totale di 110.000 bottiglie annue.
Non pago, nel periodo tra il 2005 e il 2006 ho fortemente cercato un nuovo obiettivo che mi desse lo stimolo giusto per mettermi, ancora una volta, in discusione. Nasce così il mio Barolo da un comune molto vicino a Monforte d'Alba e per certi versi molto diverso, Serralunga d'Alba. Prende vita così Aeroplanservaj.
Domenico Clerico - Langhe Rosso “Arte” (2015) - 30€
Superficie e ripartizione del vigneto: 1 ettaro di nebbiolo, dalle vigne Pajana, Ginestra e Mosconi. Produttività del vigneto: 55 quintali per ettaro. Età media delle viti: max 20 anni il nebbiolo, 40 anni il barbera. Periodo di vendemmia: dal 10 ottobre in poi, raccolta manuale. Vinificazione: macerazione sulle bucce nei rotomaceratori: 10-12 giorni per il barbera, 12-14 giorni per il nebbiolo. Periodo di affinamento: 16-18 mesi in barriques di rovere francese nuove.
Tipologia: Nebbiolo & Barbera
Provenienza: Piemonte, Monforte d’Alba, (Cuneo).
Gradazione: 14% alc. vol.
Composizione: 90% Nebbiolo 10% Barbera
Domenico Clerico - Barolo “Pajana” (2011) - 68€
Superficie del vigneto e sua produttività: 3 ettari nel cru Ginestra; 50 quintali per ettaro. Età media delle viti: ceppi più vecchi piantati nel 1965 - 1970. Periodo di vendemmia: da ottobre in poi, raccolta manuale. Vinificazione: macerazione sulle bucce nei rotomaceratori per 20-30 giorni. Periodo di affinamento: 24-30 mesi in barriques di rovere francese (80% nuove - 20% secondo passaggio).
Tipologia: Barolo
Provenienza: Piemonte, Monforte d’Alba, (Cuneo).
Gradazione: 14,5% alc. vol.
Composizione: 100% Nebbiolo
Domenico Clerico - Barolo “Ciabot Mentin” (2010) - 67€
Superficie del vigneto e sua produttività: 5,50 ettari nel cru Ginestra; 50 quintali per ettaro. Età media delle viti: ceppi più vecchi piantati nel 1965 - 1970. Periodo di vendemmia: da ottobre in poi, raccolta manuale. Vinificazione: macerazione sulle bucce nei rotomaceratori per 20-30 giorni. Periodo di affinamento: 24-30 mesi in barriques di rovere francese (80% nuove – 20% secondo passaggio).
Tipologia: Barolo
Provenienza: Piemonte, Monforte d’Alba, (Cuneo).
Gradazione: 14,5% alc. vol.
Composizione: 100% Nebbiolo
Dalla Sicilia, ritornano i vini di Marco de Bartoli
MARCO DE BARTOLI
È in Sicilia, nella zona occidentale dell’isola, nel marsalese, che Marco De Bartoli, credendo fortemente nelle tradizioni della viticoltura del suo territorio, si avvia a riscoprire e coltivare uno stretto legame tra i metodi tradizionali e innovativi di lavorazione della terra e di produzione del vino.
Ed è proprio la ricerca di un’eccellente qualità, coniugata al rispetto delle tradizioni vinicole siciliane che fanno prediligere a Marco De Bartoli l’utilizzo di vitigni autoctoni ed in particolare il Grillo, presente in Sicilia dall’epoca fenicia e base del classico Marsala, e lo Zibibbo, da cui si ricava il celebre moscato passito di Pantelleria. Nascono così i vini di Marco De Bartoli, il primo dei quali è il “Vecchio Samperi”, in onore alle terre che ospitano l’azienda, un vino ottenuto con l’antico metodo Soleras che, attraverso una sequenza di passaggi di piccole percentuali di vino più giovane in fusti che contengono vini più vecchi, permette di creare un’armoniosa mescolanza di annate diverse, dal gusto unico e inimitabile.
Nel 1982 è imbottigliato il “Vigna La Miccia”, Marsala tipo Oro, più gentile perché vinificato a freddo, dagli intensi profumi primari delle uve Grillo e Inzolia.
Sulla scia del “Vecchio Samperi” nel 1983 nasce il “Marsala Superiore”, un vino invecchiato nel rispetto dei tempi ciclici della natura in botti di rovere ma reso amabile dalla mistella, base alcolica d’antica ricetta, ottenuta dalla miscela del mosto d’uve Inzolia e acqua vite. L’appassionato lavoro di ricerca di Marco De Bartoli continua e negli ultimi anni si è determinata la produzione di vini d’annata, soprattutto monovarietali autoctoni e rossi di carattere internazionale.
Ritornano le #grappe di Antica Distilleria di Altavilla
Correva l'anno 1846, in un paesino del Monferrato, immerso fra i vigneti ed i castelli di quel Piemonte percorso da fermenti politici e non, che di lì a breve sarebbero sfociati nella prima guerra d'indipendenza, un uomo dotato di capacità e di ingegno si interessava ad altri tipi di fermenti. Estratte dal mosto appena svinato le vinacce fragranti ricche di umori alcolici, Filippo Mazzetti dava inizio all'attività distillatoria. Da quel primo fumante alambicco incominciava così a sgorgare quel liquido incolore e cristallino, denso di aroma, che ha nome ''GRAPPA''.
In quel lontano giorno del 1846, non sapeva Filippo Mazzetti di aver piantato un seme da cui sarebbe nato un albero dai molti, vigorosi rami: in quell'albero l'attuale Filippo Mazzetti, terzo in ordine di tempo a portare il nome che fu del trisnonno fondatore, rappresenta la linfa vitale.
Nella distilleria di Altavilla, infatti, egli prosegue coadiuvato dalla moglie e dai figli, l'attività di famiglia, quell'attività tramandata in linea retta di padre in figlio attraverso 160 lunghi anni, che egli, solo fra tutti gli attuali discendenti, ha raccolto e proseguito senza soluzione di continuità, con passione e sapienza, tanto da trasformarla quasi in arte: L'ARTE DEL DISTILLARE
Ogni anno nella distilleria di Altavilla, confluiscono le migliori vinacce della zona, provenienti dalle più prestigiose aziende agricole del Monferrato, che rappresentano il vanto della produzione enoica locale.
Grignolino, Barbera, Freisa, Malvasia, Moscato, Ruchè, Brachetto, Bonarda e Chardonnay sono i vitigni che concorrono, con le loro caratteristiche e peculiarità, a dare origine ad altrettante grappe di mono- vitigno.
Ottenute da vinacce freschissime e distillate con alambicchi di rame a vapore, dopo un attento e scrupoloso scarto di teste e di code, le grappe dell'Antica Distilleria di Altavilla, racchiuse in pregiate botti di rovere di Siavonia ed in barriques di Troncais, consumano così l'ultimo atto di quel processo produttivo, custodito nel tempo, che viene tramandato da 6 generazioni.
#Majolini #Franciacorta riassortito...
La presenza della famiglia Maiolini ad Ome è attestata a partire dal XV secolo: l'etimologia del cognome la legherebbe curiosamente al vitigno autoctono Majolina, a sua volta collegato alla pietra calcarea di cui è composta la zona, detta medolo o calcare maiolica .
Dal padre Valentino che verso la fine degli anni Sessanta inizia a coltivare il Ruc di Gnoc, un magnifico vigneto d’alta collina a Ome, i fratelli Maiolini ereditano la passione per la produzione del vino, e nel 1981 rifondano la Cantina di famiglia.
La svolta decisiva avviene all’inizio degli anni Novanta con l’acquisizione della splendida area chiamata Campèi, in località Valle a Ome. Nel 1995 iniziano i lavori per la costruzione della nuova cantina, posta a dominio dell’intera vallata. L’architettura rispetta la tipologia delle vecchie cascine locali: costruita con il medolo, si inserisce armoniosamente nel suggestivo paesaggio, abbracciata da filari di Majolina.
Dal 1981 la famiglia Maiolini si impegna a proteggere ed accrescere il valore del territorio, ottimizzando le procedure produttive dei Franciacorta Majolini nel rispetto rigoroso della tradizione vinicola. Chi produce un vino d’eccellenza, non può e non vuole pensare allo sviluppo in termini numerici, ma in termini qualitativi.
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Da Agliano Terme, ritorna la #barbera di #villaterlina
Villa Terlina si estende, con i suoi 7 ettari a corpo unico, nella zona collinare sud-est di Agliano Terme, nel cuore del Piemonte, regione famosa per i suoi grandi vini.
Il sollevamento geologico del Miocene ha creato un terroir molto particolare, che si riflette sulle caratteristiche dei vini. I suoli marnoso-calcarei in superficie riposano su uno strato di roccia gessosa cristallina. Questa struttura del terreno genera un regolazione idrica ottimale e nello stesso tempo è alla base dell’originalità dei vini di Villa Terlina: strutturati, minerali, eleganti, con un’ampia gamma aromatica e gustativa.
I vitigni coltivati sono strettamente autoctoni: Barbera, Nebbiolo e Uvalino. I vigneti hanno una densità d’impianto elevata e un’età media superiore ai trent’anni. La gestione è sempre ragionata ed eminentemente ecologica: vengono applicati metodi tradizionali e biodinamici secondo le esigenze delle singole parcelle.
Come per la cura del vigneto si ricerca l’espressione del terroir e si adattano vinificazione e affinamento al carattere della vendemmia.
Gli interventi umani sono ridotti al minimo, i vini non sono chiarificati né filtrati.
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Le caratteristiche principali del Gradale sono la sua struttura ampia e morbida e la tipica dolcezza di frutta rossa integrata da note speziate. Un vino che si apre con una certa facilità, potendo essere bevuto giovane, ma che evolve con il tempo aumentando di complessità.
Vitigno: Barbera 100%
Vigneti: Anno di impianto: 1975
Densità: 4.800 piante/ha
Suolo: marne calcareo-argillose
Produzione massima: 60 q.li/ha
Vinificazione: macerazione lunga, mediamente 21 giorni
Affinamento: variabile da 12 a 16 mesi in barriques, 6 mesi in bottiglia
Gradazione alcolica: max. 14.5% vol.
Produzione: 18.000 bottiglie
Invecchiamento: secondo la nostra esperienza 10 anni
Temperatura di degustazione: min. 18° C max. 20°C
Bicchiere consigliato: tipo Hermitage
Accostamenti: piatti tipici della cucina Piemontese, carni rosse, formaggi. I nostri clienti ci segnalano che il Gradale è adatto ad accompagnare anche la cucina internazionale, compresa quella orientale ricca di spezie
Barbera d'Asti "Gradale" 2013 14,5% vol. - 14.00 €
Il Monsicuro è un vino che rispecchia un particolare terroir. Proviene da vecchie vigne di selezione massale innestate su Rupestris e in parte franche di piede. Il suolo marnoso–gessoso conferisce una nota minerale caratteristica e costante nelle annate. Un vino talora giudicato atipico nella sua originalità e complessità, che richiede un paziente invecchiamento in bottiglia per giungere alla perfetta fusione delle sue componenti aromatiche e strutturali.
Vitigno: Barbera 100%
Vigneti: Anno di impianto: 1930-1955
Densità: 10.000-8.000 piante/ha
Suolo: marne calcaree su marne argillose intercalate da gesso cristallino
Produzione massima: 30 q.li/ha
Vinificazione: macerazione lunga, mediamente 21 giorni
Affinamento: variabile da 12 a 24 mesi in barriques, 12 mesi in bottiglia
Gradazione alcolica: max. 14.5% vol.
Produzione: 6.000 bottiglie
Invecchiamento: oltre 15 anni
Temperatura di degustazione: min. 18° C max. 20°C
Bicchiere consigliato: tipo Bourgogne
Accostamenti: carni rosse, selvaggina, formaggi stagionati
Barbera d'Asti Monsicuro 2013 14,5% vol. - 23.00 €
Borgo del Tiglio le nuova annate, adesso 2015
Borgo del Tiglio, Brazzano - Friuli - Italia.
L’azienda nasce nel 1981 per opera di Nicola Manferrari. Produce vino dalle uve ottenute nei tre poderi aziendali situati tutti in collina nell’ambito della denominazione Collio.
Il Collio, una delle migliori zone di vino bianco d’Italia, è una piccola catena collinare di formazione oceanica situata sul lembo più orientale dell’Italia settentrionale. Il terreno ha origine dalla disgregazione degli strati di marna e arenaria che ne costituiscono il sottosuolo. La zona dista non più di 20 km dal Mare Adriatico dal quale la separa una breve pianura, e una trentina di km dalle prime pendici delle Alpi. Ci sono grandi differenze climatiche fra vigneti che guardano le Alpi e quelli che guardano il mare. Differenze esistono anche nel terreno. Dunque è logico aspettarsi un’influenza dell’ambiente sui vini. E’ semplicemente quanto stiamo osservando.
Al fine di evidenziare l’influenza del “terroir”, dal 1982 s’è adottato il metodo di vinificare separatamente l’uva raccolta da ogni parcella di vigneto, memorizzando i dati salienti, seguendone il percorso fino alla bottiglia. Per agevolare ciò, tra il 1992 ed il 1995 le cantine furono ristrutturate completamente e rinnovati i contenitori in modo che a partire dai fusti di legno di 250 litri fatti costruire apposta per noi, passando per le cisterne inox di 250, 500, 1000, fino a 2000 litri, sia sempre possibile travasare un vino da un contenitore ad un altro o assemblare più partite trovando il contenitore della capacità corrispondente. Inoltre la cantina è disposta su quattro altezze consentendo d’effettuare spostamenti di prodotto per gravità, senza usare attrezzature meccaniche, riducendo così le manipolazioni e minimizzando le perdite. In questo modo s’è in grado di vinificare separatamente una partita d’uva e portarla integra in bottiglia a partire da un minimo di 250 litri!
Grazie alle informazioni ricavate negli anni col metodo esposto, si sta maturando una conoscenza sempre più approfondita dei principali poderi che per sommi capi descriveremo di seguito:
- Podere di Brazzano. Superficie complessiva di ca. 6 ha di cui quattro coltivati a vigneto. Il podere è di proprietà della famiglia da epoche remote (quattro generazioni) e coltivato a vigneto certamente almeno dal ’700. V’è insediato il centro aziendale, un piccolo borgo antico nel quale sono state ricavate le cantine e gli uffici. Esposizione Sud-Ovest, piuttosto caldo. Il terreno è quello tipico del Collio. Molto adatto alla coltivazione dei rossi e dei bianchi autoctoni dei quali esalta la finezza (Tocai, Malvasia). I prodotti ottenuti sono dotati di spiccata eleganza e complessità. Qui vi sono il “cru” di Tocai “Ronco della Chiesa” e il vigneto del “Rosso della Centa”, oltre alla quasi totalità delle vigne di malvasia. Sono stati eliminati chardonnay e sauvignon.
- Podere di Ca’ delle Vallade. Superficie complessiva di ca. 5 ha di cui la metà a vigneto. E’ in programma un aumento della superficie coltivata. Podere rilevato fra il 1987 ed il 1989. Esposizione Sud-Est. Molto soleggiato, è situato nella zona più fredda del Collio in quanto sferzato dai venti freddi di Nord-Est. Il terreno povero e a reazione acida consente uno scarso sviluppo della parte aerea. Al momento dell’acquisto, nel podere insistevano diversi vitigni. A seguito dei risultati ottenuti dalle prime vinificazioni s’è deciso di riservarlo alla sola coltivazione di chardonnay, spiantando le altre varietà. Siamo a buon punto con i reimpianti realizzati sulla scorta delle informazioni ottenute osservando il materiale piantato. Quasi tutto lo chardonnay è prodotto in questo podere.
- Podere di Ruttars. Superficie complessiva di ca. 5 ha di cui due e mezzo coltivati a vigneto. Podere acquistato nel 1989. Esposizione Sud-Est, piuttosto fresco. Terreno tipico del Collio con affioramenti calcarei. Molto adatto alle uve bianche aromatiche delle quali esprime a pieno il carattere olfattivo. Conferisce ai vini una spiccata potenza gustativa. Gli autoctoni assumono una notevole potenza che tuttavia va a scapito della finezza e della complessità. Il Tocai qui coltivato in è più adatto agli uvaggi dove l’esuberanza viene stemperata dall’abbinamento con le altre varietà. Il podere è in ristrutturazione. A partire dal 1990 s’è iniziato uno studio per mettere a punto un vino originale di grande personalità, dotato d’un forte carattere aromatico e adatto ad essere abbinato alla tradizionale cucina mediterranea. Un vino dagli aromi caldi e complessi con una forte caratterizzazione. Lo studio è iniziato dalla vinificazione separata dei vitigni presenti procedendo quindi alla loro vinificazione a coppie in tutte le combinazioni possibili nella misura del 50% per varietà. Dopo uno screening iniziale ci si è concentrati sui vini contenenti tocai, sauvignon e riesling renano, in quanto più interessanti alla degustazione. Poi si è lavorato per affinare le tecniche di vinificazione e centrare le percentuali dei diversi vitigni da destinare all’uvaggio. Ora si sta procedendo ad un lavoro di selezione e salvaguardia dei ceppi del sauvignon presente per riprodurre il vigneto in futuro. Attualmente dal vigneto si ottengono lo Studio di Bianco, il cui nome fu scelto per consentire di proporre ad un ristretto pubblico di appassionati le selezioni uscite dai test di vinificazione del programma sopra esposto, e il “Collio”.
Vinificazione. Borgo del Tiglio produce prevalentemente vino bianco. Ci si propone di ottenere vini dotati di finezza, complessità ed equilibrio, caratterizzati dai luoghi di provenienza delle uve oltre che in grado di maturare bene nel tempo. Si cerca la finezza e la complessità che si ottiene da viti dotate di un buon equilibrio vegetativo. L’equilibrio del vino viene cercato in tutte le fasi di lavorazione, a partire dalla scelta del momento di vendemmia, nella fase di estrazione del mosto (i mosti di uve bianche sono controllati analiticamente durante la pressatura per controllarne l’estrazione), nell’assemblaggio dei mosti e infine nell’assemblaggio dei vini. La complessità viene assicurata anche dall’unione di partite prodotte separatamente con l’obiettivo di accentuarne i caratteri originali. Nella fase di assemblaggio dei vini da destinare alla bottiglia vengono scelte le botticelle che unite consentono d’avvicinarsi di più all’obiettivo cercato. Il prodotto eccedente scartato è destinato a vini della corrispondente categoria più bassa in un sistema a cascata che ha come ultimo anello la vendita del vino come sfuso. Questo sistema consente anche nelle annate meno fortunate di garantire una costanza dello standard qualitativo prefissato, spostando i prodotti dalle categorie più alte a quelle più basse. Tutto il vino di Borgo del Tiglio viene vinificato in fusti di legno francese per lo più da 250 litri.
Ritorna Cantina della Volta...
La Cantina della Volta nasce nel 2010 per iniziativa di un gruppo di amici appassionati di vino che hanno chiesto a Christian Bellei di condividere un nuovo progetto nel settore vinicolo: dare continuità alla produzioni di vini del territorio modenese secondo il Metodo Classico, ampiamente utilizzato in Francia, meglio noto come Metodo Champenoise, cioè quello della fermentazione naturale in bottiglia.
Christian Bellei rappresenta la quarta generazione di imprenditori vinicoli a Bomporto di Modena. L’attività fu iniziata dal bisnonno Francesco Bellei nel 1920 ed in seguito ereditata dal padre Giuseppe, che condusse l’azienda vinicola di famiglia fino al termine degli anni novanta.
Giuseppe Bellei, nel modenese noto come “Beppe”, riuscì a trasmettere sapientemente a Christian tutta la passione per l’enologia, lavorando assiduamente insieme al figlio e coinvolgendolo nelle varie fasi della lavorazione dei vini. Padre e figlio hanno condiviso numerose visite a Epernay, in Francia, patria di nobili vini spumanti, attratti dal fascino dello Champagne. Lo scopo dei viaggi era studiare a fondo l’elaborazione dei vini con il metodo Champenoise per poi applicarlo sulle uve lavorate nella propria cantina di Bomporto.
Questa grande passione per il Metodo Classico rappresenta la tradizione vivente che ha condotto Christian Bellei fino alla nascita della Cantina della Volta. I soci hanno voluto che Christian rispettasse un’unica condizione: continuare a fare il vino “a modo suo”, cioè mettendo sapientemente a frutto tutte le abilità e conoscenze enologiche acquisite dal padre e con la pratica negli anni.
#Brunnenhof cambio d'annata...
Almeno una volta dovete venire di persona. Meglio se in una luminosa giornata settembrina, una delle tante giornate di fine estate inondate di sole, qui così numerose come gli acini su un turgido grappolo d’uva. Il cielo d’un azzurro intenso, non ancora offuscato dalla luce autunnale, poche nubi vaporose sospese soltanto sopra il gruppo della Mendola.
Il terroir ovviamente lo conoscete: le colline di Mazzon, in assoluto la migliore zona per il vitigno Pinot Nero nel Tirolo meridionale. Un’isola di vigneti che si estende tra i 300 e i 450 metri d’altitudine, sul versante sinistro dell’Adige. Sopra di essa si erge protettiva la cresta di Prato del Re, che al mattino getta ombra su tutta l’area, sicché i raggi del sole ci mettano più tempo a dissipare la frescura notturna. In compenso, alla sera il sole splende ancora quando il fondovalle è già in ombra. Il repentino cambio di temperatura nelle ore serali crea un microclima particolarmente favorevole per i vigneti.
E ora un’occhiata ai terreni: paiono fatti apposta per la coltivazione della vite e, in particolare, per il vitigno Pinot Nero. Si tratta di terreni sabbiosi ricchi d’argilla e calcare. Questi sedimenti hanno visto la luce nel Triassico, ossia 200-250 milioni di anni fa. Gli esperti parlano di “elevata percentuale della frazione scheletrica”, di suolo “sabbioso-argilloso” e ricco di minerali. L’esperienza ci ha insegnato che questi terreni sono capaci di assorbire, ma anche di drenare, molta acqua e sostanze nutritive.
Proseguiamo la visita lasciando che una brezza rinfrescante ci accarezzi la pelle. La sentite? È l’Ora che soffia dal Lago di Garda, a cui dobbiamo un gradevole refrigerio soprattutto nei torridi pomeriggi estivi. Questo vento indubbiamente vigoroso è piacevole per l’uomo e ideale per le uve Pinot Nero dal caratteristico grappolo serrato.
Gewurztraminer
Questo è il vino di cui sognava il Minnesänger. Il Traminer aromatico è conosciuto dall’anno 1000, Oswald von Wolkenstein lo ricordava spesso sul Lago di Costanza (...sovente il mio pensiero corre a Termeno). I nostri vitigni Traminer aromatico hanno 30 anni ed anno per anno otteniamo un vino degno della grande tradizione.
Degustatene un bicchiere. Colore giallo dorato tendente all’ottone. Profumo di rose, con punte di lavanda e un sentore di marzapane e frutta secca. Sapore opulento, quasi pomposo nella sua costituzione, morbido e vellutato al palato, aromatico.
Pinot Nero Riserva
In questo vino abbiamo messo tutta la nostra esperienza, energia e passione. In dosi concentrate. Dalla nascita di questa riserva (il termine sta per maggiori esigenze di qualità e una più lunga affinazione in botte e bottiglia). Uva di vitigni francesi dalla crescita lenta. Fermentato in inox, elevato in barrique. Maturato. Smussato.
Degustatene un bicchiere. Colore rosso rubino scuro. Profumo di lamponi e fragole, con una nota di more. Corpo complesso e tuttavia armonioso, perfetto equilibrio di asprezza e acidità, forte e concentrato. Sapore vellutato, lungamente persistente.
dalla #Sardegna ritorna #Santadi...
Il Carignano, principe del territorio del Sulcis
La Cantina di Santadi è ubicata nel Sulcis, zona sud-occidentale della Sardegna, in linea d’aria a pochi chilometri dalle meravigliose spiagge e dune bianche di Porto Pino. Nata nel 1960, superate le difficoltà dei primi anni con l’arrivo di un nuovo gruppo dirigente, animato da quella determinazione che genera entusiasmo e passione, l’azienda intraprende altre strade e adotta strategie diverse che le danno un nuovo volto con direttive più coerenti per i soci produttori. L’obiettivo è ambizioso, puntare sul vino imbottigliato, vini tipici rossi in particolare, dare visibilità ed identità al cultivar principe del territorio: il Carignano, senza tuttavia trascurare i vitigni a bacca bianca tradizionali della Sardegna, quali Vermentino, Nuragus e Nasco. Sotto il profilo enologico si punta decisamente in alto, chiedendo consulenza all’enologo di fama internazionale Giacomo Tachis, il cui arrivo dà una svolta alla Cantina di Santadi. Dalle uve dei vigneti ad alberello (vigna latina) si ottengono vini a base Carignano, dal contenuto estrattivo esuberante, dal nobile quadro tannico e dal perfetto equilibrio tra componente acido organica, grado alcolico e valore polifenolico.
Spirito innovativo, nel rispetto della tradizione
Il ponderato uso della barrique francese chiude meravigliosamente ed armoniosamente il ciclo evolutivo di questi emozionanti vini. Ai grandi vini rossi Terre Brune, Rocca Rubia, Noras, Araja, Grotta Rossa e Antigua, si accostano i raffinati bianchi Villa di Chiesa, Cala Silente, Pedraia, Villa Solais, Latinia, figli dell’antica tradizione enologica abbinata all’impiego delle nuove tecnologie in materia di vinificazione, stabilizzazione e imbottigliamento. Lo spirito innovativo, con il rispetto della tradizione territoriale, diventa per i nostri produttori un impegno assiduo e costante, che non solo vuole onorare la stessa Cantina, ma anche salvaguardare un vero patrimonio di tradizione, cultura, gusto, stile e storia che sono la vera essenza della nostra realtà contadina.
Una storia fatta di territorio, carignano e persone
La Cantina di Santadi nasce nel 1960 per volontà di un gruppo di produttori di uva, coordinati dall’ETFAS, ossia l’Ente per la trasformazione fondiaria e agraria in Sardegna, con l’intento di trasformare le uve in forma associata e vendere il vino ottenuto. L’ubicazione è a Santadi, zona sud-occidentale della Sardegna, nel cuore del Sulcis. Sino agli anni ’80 l’attività è limitata alla produzione e vendita di vino sfuso, con timide iniziative di vendita di vino imbottigliato, con scarsi risultati. A metà anni settanta, con l’arrivo di un nuovo consiglio di amministrazione, capeggiato dall’attuale presidente Antonello Pilloni, avviene la svolta. Il nuovo gruppo dirigente è animato da grande entusiasmo e passione e, chiamato, in qualità di consulente, l’enologo di fama internazionale Giacomo Tachis, che prende a cuore le sorti della Cantina Santadi, si affeziona al territorio, e con il suo intervento i vini della Cantina di Santadi fanno un salto di qualità, tanto da essere immediatamente accettati nei mercati più importanti, con riconoscimenti di grande qualità e forte identità. Da allora ad oggi è stato un continuo crescendo, il marchio dei vini Santadi è sempre più diffuso ed apprezzato in tutto il mondo, il cui successo è sicuramente dovuto alla squadra, ovvero i produttori, gli amministratori, i commerciali, i collaboratori e le maestranze tutte, che rappresentano per il territorio un patrimonio di grandi professionalità.
#Lieselehof Vitigni resistenti...
La tenuta
Posizione geografica:
Versante sud delle Alpi, posizione esatta: 11° 14’ 08” in longitudine, 46° 24’ 11” in latitudine.
Clima
A causa del caldo vento del sud “Ora” abbiamo un clima mediterraneo con più di 2000 ore di sole l’anno. La temperatura media annuale sul terreno della nostra Tenuta di 11,0 °C è l’ideale per i vitigni bianchi, così come i 12,5 °C sui nostri terreni coltivati a vitigni rossi. La precipitazione media annua è di 800 mm.
Vitigni
VARIETA’ ROSSA: Schiava, Cabernet Sauvignon, Carmenere, Cabernet Franc, è in prova una piccola coltivazione di Chambourcin
VARIETA’ BIANCA: Pinot bianco, Bronner, sperimentiamo una coltivazione di Johanniter, Solaris, Helios.
Julian da vitigno Bronner
JULIAN è un vino bianco biologico per eccellenza. Il vigneto, da dove proviene e libero da veleni e antiparassitari. All’olfatto si presenta fruttato, con sentori di miele, limone e mela verde. Il vino è concentrato, abbondante ed ha una struttura complessa. Intenso e pieno al palato con un elegante nota minerale e una vivace nota acidula nel finale. È di lunghissima persistenza nel palato.
Vino del Passo da vitigno Solaris
Gli aromi, di natura complessa, ricordano il limone, con un gusto pepato di moscato e di ananas, miele e pesca, nonché una leggera vena di fieno d’alpe ed erbe selvatiche. Il vino è concentrato, minerale con una leggera acidità che lo contraddistingue e possiede una struttura armonica con tanta forza e pienezza ed un finale perdurante.
Rappresenta un vino da aperitivo eccezionalmente pieno e corposo. Si abbina molto bene a carni bianche, pesce speziato e crostacei, nonché in maniera eccezionale anche ad insalate.
E’ l’ideale anche in abbinamento alla cucina asiatica.
Sweet Claire da vitigno Bronner
L'uva viene seccata all’aria durante l’inverno e quindi perde 80% del suo peso. In febbraio viene pressata. La fermentazione si trascina per mesi. Viene imbottigliato a giugno.
Di colore giallo oro, ha un profumo fruttato e complesso che ricorda la pesca e la frutta secca. Il suo sapore è pieno e persistente, con una piacevole nota armonica acidula. Da bersi da solo o in abbinamento con formaggi saporiti e pasticceria secca.
#Skerk dal #Carso, le nuove annate...
Sandy Skerk e la sua famiglia, nell'antica intesa tra l'uomo e la natura, si dedicano con un profondo senso d'appartenenza al territorio alla coltivazione dei vitigni ad alta densità e, prendendo spunto dalle antiche tecniche di viticoltura, si orientano verso la coltivazione di quelle varietà autoctone, quali Terrano, Vitovska e Malvasia, che hanno dimostrato nei secoli di essere in grado di assicurare i migliori risultati in tale terra e clima.
È un ambiente collinare, unico nel suo genere che sorprende per luci e colori contrastanti. Da questi spazi limitati, dalla terra rossa, arida, brulla e sassosa, ma ricca di calcare e ferro, grazie a particolari condizioni pedoclimatiche ed ai benefici effetti del mare, si ricavano vini dalla spiccata personalità e dalle origini antichissime.
Grazie al progressivo affinamento in vigna, alla sapiente selezione delle uve ed un'attenta vinificazione in cantina, che essendo completamente scavata nella pietra calcarea è in grado di assicurare il giusto equilibrio tra umidità e temperatura, tali vini ritrovano la propria massima espressione ed acquistano un carattere unico ed originale.
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Nuove annate da Germano Ettore da #Serralunga...
La famiglia Germano è proprietaria dal 1856 di 6 ettari sulla collina della Cerretta, a Serralunga d'Alba, nel cuore della zona del Barolo.
Il bisnonno Francesco, poi con il nonno Alberto, hanno coltivato l'azienda viticola, producendo piccole quantità di vino, ma principalmente vendendo l'uva, mercato predominante all'epoca nella zona.
Ettore, figlio di Alberto, continua l'opera del padre, diventando anche abile innestatore, e comincia a ristrutturare i vigneti dagli anni '50 in poi, usando selezioni massali curate personalmente, con densità comunque non inferiori alle 4000 piante per ettaro, con le classiche varietà locali, Dolcetto, Barbera e Nebbiolo.
Nel 1964 si sposa con Rosanna, ed insieme continuano a lavorare i vigneti, acquistando alcuni appezzamenti confinanti con la proprietà.
Nel 1985, Sergio figlio di Ettore e Rosanna, finita la scuola di enologia ad Alba, comincia a collaborare in famiglia e, dai pochi ettolitri venduti a clienti privati ed amici, si comincia a produrre qualche bottiglia, continuando a vendere una parte dell'uva. In questo periodo vengono acquistati altri piccoli appezzamenti e Sergio esegue il primo impianto di Chardonnay.
Nel 1993 tutta l'uva prodotta viene vinificata. Nel 1995 Sergio ha la possibilità di impiantare un vigneto in Alta Langa, a Cigliè, dove reputa che i vitigni bianchi possano dare risultati interessanti, l'esperimento viene fatto con Riesling Renano, ed ancora Chardonnay. Nel 2001, con la nascita della nuova DOC Alta Langa, spumante metodo classico, viene impiantato un ettaro di Pinot Nero adatto a produrre spumante, con un po' di Chardonnay. Nel 2002 viene acquistato un vecchio vigneto che era di proprietà del bisnonno materno, in Lazzarito, uno dei vigneti storici di Serralunga. Nel 2005 viene acquistato un vigneto, confinante con i vecchi appezzamenti in Cerretta, di circa un ettaro.
Ora l'azienda consta di 10 ettari di vigneto a Serralunga, dove si coltivano esclusivamente varietà di uve rosse, e 5 ettari a Cigliè, dove si coltivano varietà esclusivamente dedicate a produrre vini bianchi.
La gestione oggi è di Sergio e sua moglie Elena, che si occupano della coltivazione dei vigneti, vinificazione e commercializzazione, mantenendo intatta la tradizione ereditata dalla famiglia.
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