Chianti Classico & C. da Podere il Palazzino

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L’azienda Il Palazzino, di proprietà di Alessandro e Andrea Sderci, è situata a Monti in Chianti, 20 km a Nord-Est di Siena, nella parte meridionale dell’area del Chianti, in direzione di Gaiole.

Si tratta di un podere di venti ettari dedicati in gran parte alla viticoltura e in misura minore alla coltivazione degli olivi. Il podere Il Palazzino fa parte di quel patrimonio di casolari, dimore e fattorie che furono costruite o restaurato nel corso del Settecento con la riforma agraria di Pietro Leopoldo, il Granduca di Toscana appartenente alla famiglia degli Asburgo Lorena.
La famiglia Sderci è divenuta proprietaria del Podere Il Palazzino a metà dell’Ottocento.

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In ragione delle piccole dimensioni le procedure di lavoro sono rigorosamente artigianali con lavorazioni in gran parte manuali. Per proteggere il proprio ambiente di vita e di lavoro i proprietari non utilizzano sostanze chimiche dannose per il terreno. La gestione delle piante è rispettosa del loro equilibrio naturale con interventi che migliorano l'areazione, l'esposizione alla luce solare e il controllo dell'umidità in modo da incrementare le autodifese delle piante contro gli attacchi di malattie o insetti nocivi. Nei vigneti sono stati banditi insetticidi, diserbanti e ogni tipo di prodotto di sintesi.

In cantina viene condotta la fermentazione senza aggiunta di lieviti selezionati, la fermentazione malolattica avviene in maniera naturale e l'uso di antiossidanti è ridotto al minimo indispensabile. La famiglia Sderci è proprietaria del podere Il Palazzino dalla metà dell’Ottocento. Alessandro e Andrea hanno realizzato gli attuali vigneti e la nuova cantina completamente interrata.

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Dall'Umbria ritornano i grandi vini di #Antonelli San Marco...

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Antonelli San Marco è un’azienda vitivinicola di 170 ettari in un corpus unico al centro della zona Docg Montefalco con una grande storia alle spalle, una grande passione tramandata per questo territorio e una grande cura della qualità dei prodotti.
Da anni ha intrapreso un percorso di ricerca e miglioramento continuo dalla vite fino alla bottiglia secondo uno stile che è volto alla tipicità e all’equilibrio, alla bevibilità e all’eleganza, più che alla potenza, con estrazioni delicate e un uso moderato del legno...

Le origini della tenuta si perdono nella storia. Alcuni documenti medievali ricordano “San Marco de Corticellis” come corte agricola longobarda, in una delle aree più vocate alla coltivazione della vite e dell’olivo.
Dal
XIII al XIX secolo la tenuta è appartenuta al Vescovo di Spoleto (i confini attuali sono quasi gli stessi di quelli descritti in un documento del XIII secolo, conservato all’archivio vescovile).
Nel
1881 Francesco Antonelli, avvocato di Spoleto, acquistò la proprietà. Ha inizio una radicale opera di trasformazione e ammodernamento degli impianti e delle colture: in una relazione del 1899 si parla già di vigneti con 5.000 ceppi per ettaro, così come della profonda trasformazione delle condizioni di vita dei coloni, «perchè la sinità loro, la facilità e comodità di soddisfare alle esigenze domestiche li rende più adatti e alacri nei lavori, e li affeziona al fondo...». Ed è con questa filosofia che l’Azienda è arrivata nel 1979 ad intraprendere l’attività di imbottigliamento dei vini.

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Trebbiano Spoletino

Varietà: Trebbiano Spoletino 100%, nostra selezione massale delle vecchie viti di Trebbiano Spoletino maritate con aceri.
Prima annata di produzione: 2007
Vigneti: E’ un vigneto situato in collina, a circa altitudine 350 metri s.l.m.; esposizione ovest.
Vendemmia: uve raccolte a maturazione avanzata (metà ottobre) in cassette.
Vinificazione: Macerazione pellicolare, pressatura soffice, chiarifica statica a freddo; fermentazione in botti da 25 hl di rovere francese alla temperatura di 20 gradi.
Affinamento: In botti da 25 hl per 9 mesi; quindi in bottiglia per 3 mesi.
Degustazione: Giallo paglierino intenso tendente all’oro; riflessi verdolini. Impatto olfattivo di grande intensità e persistenza, fruttato e floreale; si riconoscono fiori di mandorlo, biancospino, frutta tropicale, cedro; finale leggermente speziato. Al palato è secco, caldo e morbido. La grande struttura acida, tipica del Trebbiano Spoletino, si fonde in un perfetto e sorprendente equilibrio con gli altri elementi. Ottime la persistenza e la corrispondenza gusto-olfattiva.
Abbinamenti: Accompagna salumi nobili quali prosciutto crudo e culatello, terrine e carpacci. Si serve con primi di struttura a base di pesce; spaghetti alla carbonara, risotto allo zafferano. Si propone con secondi elaborati quali pesce in umido, roast-beef alla inglese. Infine, con formaggi saporiti a pasta semidura stagionati.


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Grechetto Colli Martani

Varietà: Grechetto 100%
Resa per ettaro: 60 hl / ha; 2 kg uva / pianta.
Vendemmia: terza settimana di settembre.
Vinificazione: illimpidimento naturale, poi fermentazione alla temperatura di 18 gradi. Permanenza prolungata sui lieviti (90 giorni) al termine della fermentazione.
Affinamento: in serbatoi di acciaio, poi 3 mesi in bottiglia
Degustazione: di colore giallo paglierino con riflessi verdi. Si apre all’olfatto con eleganza:fresco,fruttato e floreale con note di pesca, mandorlo e biancospino. Al gusto è armonico e caldo per la buona spinta alcolica.
Abbinamenti: antipasti e primi piatti. Zuppe e minestre di legumi e cereali, torte rustiche, grigliate di pesce e carni bianche, formaggi freschi e salumi speziati.

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Sagrantino di Montefalco

Varietà: Sagrantino 100%
Prima annata di produzione: 1981
Resa per ettaro: 40 hl / ha; 1,4 kg di uva per pianta.
Vendemmia nella seconda settimana di ottobre, con raccolta manuale delle uve, in cassette, cernita finale.
Vinificazione per caduta; fermentazione sulle bucce per 15-20 gg alla temperatura di 25 gradi; Fermentazione malolattica svolta. Illimpidimento spontaneo senza filtrazione.
Affinamento prima in carati da 500 litri di rovere a leggera tostatura per 6 mesi, poi in botti di rovere da 25 hl per 12 mesi; assemblaggio e illimpidimento in vasche in cemento per 3 mesi; in bottiglia per almeno 12 mesi.
Degustazione: colore rosso rubino, brillante. Olfatto ricco e potente,etereo e complesso. Caratterizzato da eleganti toni fruttati con note di mora e prugna e sottili sentori di legno dolce. Al palato è elegante e caldo con frutta rossa e tannini di buona finezza in chiusura.
Vino che si esprime al meglio con un lungo invecchiamento.
Abbinamenti: accompagna grigliate ed arrosti, carni rosse brasate o stufate, cacciagione e formaggi a pasta dura stravecchi.
Temperatura di servizio: 18°C
Disponibile nei formati: 0,375 litri – 0,75 litri – 1,5 litri astuccio in legno –  3 litri astuccio in legno.

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Novità in casa #Tramin

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Coltiviamo le uve migliori con metodi moderni e tecnologie avanzate, le combiniamo tra loro con sensibilità creativa, sempre guidati dal cuore e dalla nostra grande passione per la qualità.
L’esito è una collezione di vini che sprigionano delicate sinfonie olfattive in una tavolozza di emozioni destinate a perdurare nella memoria dei vostri sensi.

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Tramin - Gewürztraminer Nussbaumer (2016)
Tramin - Gewürztraminer Nussbaumer (2017)

Una primavera dalle temperature piuttosto variabili non ha interferito su gemmazione e fioritura, che si sono presentate secondo la media degli ultimi anni. I mesi di maggio e giugno sono stati piuttosto piovosi e il forte grado di umidità ha favorito la comparsa di agenti patogeni che ha richiesto nei vigneti molta attenzione, sensibilità e diligenza. Il problema si è risolto in via definitiva grazie anche all'alternarsi di giornate piuttosto secche. Dalla fine di agosto, le giornate sono state soleggiate e calde e da settembre, i giorni caldi si sono alternati a notti gradualmente sempre più fresche, accentuando le escursioni termiche. Uno splendido autunno ha rallentato il processo di maturazione delle uve ritardando il momento della vendemmia di circa una settimana rispetto alla media. La raccolta ha prodotto uve eccezionalmente sane, dalla maturazione fisiologica ottimale. I vini bianchi risultano equilibrati, succosi e freschi, ricchi di struttura, dai profumi complessi, di grande finezza. I rossi sono armoniosamente fruttati, dai tannini maturi, eccezionalmente potenti, di grande profondità e struttura.

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Tramin - Pinot Bianco Moriz (2017)

Le uve provengono da vigneti che si estendono su colline contigue alla montagna, a un’altitudine compresa tra i 450 e i 600 m s.l.m., su terreni calcarei di conformazione argillosa e ghiaiosa sottoposti a forti escursioni termiche. Il nome di questo vino deriva dal patrono di Sella, S. Maurizio.

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Tramin - Sauvignon Pepi (2017)

Sono situati in due distinte zone collinari, su versanti opposti della vallata che variano da 450 a 550 m slm. Questi vigneti beneficiano del calore del sole in tempi e modi molto differenti. Sul versante occidentale la luce del sole scalda fin dal primo mattino quando il sole sorge dall’altro versante, mentre sul versante orientale, il culmine della luce solare si mostra dal primo pomeriggio fino al tramonto. I vigneti si estendono su colline contigue alla montagna, su terreni calcarei di conformazione argillosa e ghiaiosa sottoposti a forti escursioni termiche.

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Tramin - Lagrein (2017)

Le uve provengono da vigneti che si estendono su colline contigue alla montagna, a un’altitudine compresa tra i 250 e i 400 m s.l.m., su terreni calcarei di conformazione argillosa, ghiaiosa e sabbiosa sottoposti a forti escursioni termiche. Le uve vengono diraspate e fermentate a temperatura controllata (28-30° C) in contenitori d’acciaio e cemento dove avviene la fermentazione malolattica. Affinamento in fusti di rovere di varia capacità e anche in vasche di cemento per almeno 6 mesi. Il Lagrein è un vitigno autoctono dell’Alto Adige e si presenta in un colore rosso rubino e rosso granata intenso, con un gradevole profumo di viole e more. Il gusto è pieno, avvolgente di buona struttura.

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Tramin - Lagrein Riserva URBAN (2016)

Una primavera anticipata dalle temperature molto miti, ha dato inizio alla fase vegetativa con notevole anticipo. Mesi estivi caratterizzati da giorni molto soleggiati e secchi alternati a notti piuttosto fresche; le forti escursioni termiche hanno salvaguardato le uve, facendole evolvere in un ciclo di maturazione fisiologica ottimale. Un settembre fresco inoltre, ha rallentato la maturazione, facendo giungere alla vendemmia grappoli d’uva maturati in modo eccellente. I vini bianchi ottenuti sono eleganti, con un’ottima succosità, profondità e ampiezza di aromi. I vini rossi sono intensi, fruttati e di grande carattere.

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Da Acqui Terme ritornano i vini di Franco Ivaldi...

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Franco Ivaldi proviene da una famiglia tradizionalmente dedita alla viticoltura. I suoi trascorsi nella cascina e nei vigneti di famiglia lo spingono ed appassionarsi al mondo del vino, prima nelle vesti di sommelier e di assaggiatore, poi avvicinandosi alla vinificazione. Nel 1995 decide di inaugurare una nuova cantina coadiuvato dalla moglie Caterina, dalla figlia Elena e dal figlio Giorgio, enologo.

L’azienda vitivinicola Franco Ivaldi è situata a Caranzano di Cassine (AL), nell’Alto Monferrato a pochi chilometri dalla città di Acqui Terme, in un territorio da sempre vocato alla coltura della vite e sede di diverse importanti denominazioni di origine.

La filosofia della cantina rispecchia una viticoltura di rese controllate. Le vinificazioni sono condotte per massimizzare le peculiarità delle diverse uve e dei diversi vigneti con l’obiettivo di produrre vini con caratteristiche tipiche percepibili, espressioni di un territorio unico e dei suoi invidiabili vitigni, il Monferrato, proclamato di recente dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Alla base di ciò sono le scelte tecnologiche e di vinificazione aziendali che vanno dalla separazione delle diverse partite all’uso limitato e ragionato dei contenitori in legno per l’affinamento dei vini rossi.


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Ai tradizionali vitigni Barbera, Dolcetto, Freisa, Moscato e Cortese, da sempre legati ai territori del Monferrato si affianca, sin dai primi anni di vita dell’azienda, un vitigno ‘nuovo’ con grandi prospettive: l’Albarossa. Si tratta di un incrocio tutto piemontese, Nebbiolo di Dronero per Barbera, studiato nel 1938 dal professor G. Dalmasso e sperimentato nei primi anni del duemila dalla Tenuta Cannona (Centro vitivinicolo sperimentale della Regione Piemonte).


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