#Gulfi dalla Sicilia, le nuove annate...
Il territorio in cui lavoriamo vanta da oltre 2000 anni la presenza della vite.
Non abbiamo inventato niente che già non esisteva. Niente che da almeno duemila anni non venisse fatto. Abbiamo solo dovuto adattare al nostro tempo l’operosità dei nostri Padri, la cultura dei nostri Avi. Abbiamo ricevuto in prestito un territorio, che dobbiamo rispettare perché è il nostro futuro e il futuro dei nostri figli. Quello che ci hanno insegnato i nostri Padri dobbiamo trasmetterlo ai nostri figli. Il territorio è il nostro capitale, lasciatoci in prestito, che non dobbiamo consumare, intaccare o peggio distruggere, ma migliorare. Possiamo, dobbiamo goderne solo i frutti, con intelligenza, con rispetto.
Probabilmente tra cento anni i nostri vini rappresenteranno ancora la vera espressione del nostro territorio, come lo sono oggi e come lo sono sempre stati.
Una civiltà che si rispetti, oltre ad un territorio deve avere una cultura che la identifichi, l’accomuni, nel tempo e attraverso i tempi. Un tassello di un mosaico da solo non rappresenta niente. E’ solo nella giusta posizione nel mosaico, insieme a tanti altri tasselli, che può diventare una grande opera d’arte, capace di resistere e valorizzarsi nel tempo.
I nostri vini sono vera espressione del territorio da cui provengono. Non vogliono essere esclusivamente né i vini del produttore né i vini dell’enologo.
La ricerca dell’armonia, dell’equilibrio nel vigneto ed in cantina da parte dell’uomo impone una conoscenza profonda dell’ambiente in cui si opera. Il viticoltore e l’enologo non possono essere due figure separate, stagne, ma entrambe devono essere complementari e far parte del territorio in cui operano, in modo da poter meglio comprendere ed interpretare la vigna, i vitigni, la cultura vitivinicola del territorio. E’ essenziale spendere tanto tempo nella ricerca delle ragioni, del perché in un ambiente si è prodotto un tipo di vino anziché un altro o coltivato da sempre un tipo di vitigno e non altri.
Il nostro lavoro è motivato da forte passione, tramandata da padre in figlio, e condivisione dei valori in cui crediamo.
Bisognerebbe riflettere molto sul fatto che le scelte di oggi avranno effetti futuri. Chi oggi impianta un vigneto deve fare una scelta definitiva: molto probabilmente lascerà la vigna e i vitigni che ha deciso di impiantarvi in eredità ai propri figli, quindi le sue scelte non possono dipendere da “mode commerciali”, da considerazioni superficiali fatte dall’esperto o dal tecnico “di passaggio” nella propria azienda. I suoi sforzi, l’azienda che fonderà, i vigneti che impianterà, dovranno essere in grado di garantire una continuità alla generazione successiva, che sarà quella che appieno usufruirà dei frutti e dell’impegno profuso oggi.
Il nostro intervento in cantina si riduce semplicemente al rispetto di quanto prodotto dalla natura.
Il valore aggiunto che fa del vino un prodotto agricolo diverso rispetto agli altri prodotti della terra è il suo legame culturale con il territorio in cui viene prodotto. E’ per questo che un vino, quando è vera espressione del territorio e della cultura degli uomini che lo producono, non dipende da una sola persona, ma da una civiltà.
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Rocche dei Manzoni da Monforte d'Alba...
Potature corte, diradamento dei grappoli, rese bassissime.
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Il Podere Rocche dei Manzoni nasce per volontà’ di Valentino Migliorini e della moglie Jolanda, che nel 1974 decidono di acquistare in località Manzoni Soprani a Monforte d’Alba una vecchia cascina del 1700 circondata da splendidi vigneti in eccellente posizione. Così’ ha inizio l’avventura che avrebbe portato alla creazione di una delle più’ belle e autorevoli realtà’ vitivinicole di Langa. Nei primi anni di attività’ la produzione era quella dei vitigni tradizionali del loco, Dolcetto d’Alba, Barbera d’alba e Barolo.
Ma Valentino da grande innovatore quale si e’ dimostrato, credendo profondamente nelle potenzialità’ del territorio sperimenta nuovi vitigni e nuove tecniche di vinificazione, dando alla luce nuovi prodotti da affiancare a quelli esistenti. Ha così inizio quello che a noi piace chiamare “matrimonio perfetto” tra tradizione ed innovazione.
Nasce così’ nel 1976 il “Bricco Manzoni” primo assemblaggio prodotto in Langa con l’ottanta percento di nebbiolo e il venti percento di barbera. Nel 1978 vede la luce il Valentino Brut “Riserva Elena”, uno spumante metodo classico da uve chardonnay e pinot nero e nello stesso anno arrivano in cantina le prime 300 barriques; esperienza che segna la personalità’ dei vini aziendali in quanto dall’anno 1982 la vinificazione di tutti i prodotti avviene in piccoli fusti di rovere.
Con il passare del tempo le cantine vengono ampliate arrivando ad avere locali separati in base alla lavorazione e tutti dotati di controlli termici. Nel fare questo e’ stato tenuto conto delle architetture tradizionali del territorio creando un’integrazione tra paesaggio e strutture rurali.
L’alta qualità’ dei prodotti è garantita non solo da meticolose vinificazioni e continue ricerche di miglioramento, ma anche da un lavoro certosino eseguito in vigna, attuando potature corte e diradamento dei grappoli all’insegna di rese bassissime.
Nuove Annate per Fattoria La Valentina....
Fattoria La Valentina nasce nel 1990, nel comune di Spoltore, sulle colline vicino Pescara. Dal 1994, dopo alcuni avvicendamenti tra soci, siamo noi, Sabatino, Roberto e Andrea Di Properzio, ad acquistare l’intera società. Tra viti e cantina, comincia allora il nostro lavoro a stretto contatto con la natura. Ed i suoi frutti.
Dopo i primi anni di studio sul vigneto di Santa Teresa, la passione per la ricerca della qualità e la voglia di valorizzare le D.O.C. abruzzesi hanno preso il sopravvento diventando l'obiettivo principale dell'azienda.
Abbiamo iniziato a comprendere meglio la nostra terra curandola e rispettandola. Il risultato? Vini qualitativamente più sani e veri. Animati dalla certezza che il vero miglioramento qualitativo debba avvenire nel rispetto assoluto dell'equilibrio biologico, stagione dopo stagione, abbiamo rigorosamente applicato una filosofia che lascia da parte l'uso sfrenato della chimica e della tecnologia.
Insomma, ci siamo imposti di intervenire il meno possibile nei processi della natura, condividendo l'idea che “il presupposto della Doc è il segno della vite sulla propria uva”.
Il nostro è un lavoro che permette alla vite di esprimersi, garantisce il mantenimento della fertilità della terra, aiuta a rendere sane le piante in modo che possano autonomamente resistere alle malattie ed ai parassiti.
I vini di Fattoria La Valentina sono prodotti dalla natura attraverso l'unicità dei nostri terroir, che cerchiamo di rispettare anche in bottiglia. È questo il segreto della loro originalità. Il microclima, il terreno legato a vitigni ben adattati, restituiscono vini dal carattere marcato e unico. Vini che parlano di luoghi e di coltivazioni, che nascono dalla somma di tanti piccoli particolari e dalla passione che ci mettiamo ogni giorno. Vini autentici.
Anche per questo La Valentina ha scelto al 100% di aderire a principi di sviluppo sostenibile e considerare ambiente e sostenibilità come fattori di competitività. La formazione di tutti i dipendenti a svolgere le proprie mansioni in modo responsabile nei confronti dell’ambiente ed il monitoraggio continuo del rispetto dell’azienda ai principi di sviluppo sostenibile, sono elementi per migliorare costantemente la politica e le prestazioni socio ambientali dell’azienda, che è anche la nostra famiglia.
Nuovo #Barbaresco da Az. Agr. Ronchi...
L'AZIENDA
L'azienda è stata fondata alla fine del XIX secolo da Rocca Carlo, bisnonno dell'attuale proprietario. In quel periodo l'intera produzione di uve era venduta alle poche grandi cantine che vinificavano.
Negli anni '50 inizia la vinificazione delle proprie uve ed attualmente i vini prodotti vengono esportati in molte parti del mondo.
L'azienda si estende per circa 5,5 ettari interamente vitati nel territorio di Barbaresco, situati in parte nella zona "Ronchi", da cui prende il nome l'azienda, ed 1 ettaro nel comune di Guarene dedicato al vitigno Arneis.
La coltivazione principale è il vitigno Nebbiolo, usato esclusivamente per produrre Barbaresco e a seguire Barbera d'Alba "Terlé" e Langhe Chardonnay.
Viene posta molta attenzione nella salvaguardia dell'integrità dell'ambiente, infatti, già da alcuni anni, non vengono usati diserbanti chimici nella coltivazione della vite.
BARBARESCO RONCHI 2012 - 24€
Nome del vitigno: Nebbiolo.
Zona di produzione: vigneti ubicati nel comune di Barbaresco, zona Ronchi.
Età dei vigneti: dai 15 ai 40 anni.
Sistema di allevamento: gouyot.
Totale superficie: 25.000 mq.
Produzione annua: circa 17.000 bottiglie di cui 6.000 Selezione Ronchi.
Epoca di vendemmia: metà ottobre.
Caratteristiche organolettiche: vino dal colore granato, rubino di buona profondità; profumi speziati, varietali, con note di catrame, liquirizia, caramello; ha gusto pieno e struttura che lo rendono capace di mantenersi a lungo nel tempo.
Vinificazione: 8-10 giorni.
Abbinamenti: particolarmente indicato per piatti a base di carne.
Ritornano le Grappe ed i Vini #Pisoni...
I Pisoni da tempo immemorabile si dedicano alla cura delle loro vigne e terre. Giunti in Trentino in epoca romana, ai tempi di Augusto, la loro presenza è documentata nel tardo Medioevo. Un cronista del tempo riferisce di Carlo Antonio Pisoni quale fornitore ufficiale del Principe Vescovo di Trento, Carlo Emanuele Madruzzo. Nel 1852 la prima documentazione storica delle attività di vinificazione.
I Pisoni, per generazioni allievi dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, si tramandano di padre in figlio l’impegno ad una qualità incontaminata, unita alle innovazioni tecniche più avanzate ed efficienti. La distilleria è tra le più antiche del Trentino. Dalle tenute di San Siro, Cesura, Mas del Gobo e Le Part provengono le uve per la produzione di vini e spumanti, curati e conservati nelle vecchie e nuove cantine. Ogni componente dell’Azienda Agricola Fratelli Pisoni ha precise responsabilità, determinate dalle esperienze acquisite, per farla progredire nel tempo fedele alla tradizione familiare.
Hilberg-Pasquero da Priocca d'Alba...
Azienda Agricola Hilberg Pasquero
Priocca - Roero
L’azienda agricola di casa Pasquero si installa a Bricco Gatti, in cima ad una collina fin dai primi anni del 900. In linea con lo spirito contadino locale la famiglia Tarabra-Pasquero coltiva i terreni di proprietà con colture miste ed una parcellizzazione del terreno molto elevata. Il tutto bastava ai tempi per il dignitoso sostentamento di una famiglia agreste.
Prima Tarabra e poi Maggiorino, portano avanti una vita dignitosa fatta di sfide quotidiane e in simbiosi con la natura. Pinin, ritenuto uno dei saggi del paese, è ricordato per la sua alta statura anche morale e la sua mentalità di ampie vedute. Maggiorino è un grande appassionato di cavalli, e oltre a quelli da traino per il lavoro agreste coltiva la sua passione per quelli da calesse e pony per i suoi bambini.
La vera anima dell’azienda però rimane, come spesso accade Clementina, figlia di Pinin e moglie di Maggiorino, lei struttura ed educa l’intero nucleo famigliare ed ancora oggi segue, ormai con occhio rassicurato il lavoro svolto dal figlio Michelangelo.
Michelangelo, per gli amici Miklo, si interessa da sempre al lavoro in casa e in campagna. Ultimo di sei fratelli, dopo aver terminato gli studi in agraria con specializzazione in cura e difesa delle piante, si orienta verso il lavoro a casa, con particolare attenzione per il Biologico.
Proprio l’interesse condiviso con alcuni amici, compagni universitari, per le culture Biologiche lo porta a prendere in considerazione altre realtà quali quella Svedese e Tedesca, da sempre ‘avanti’ nell’approccio sistematico a questa pratica di coltivazione.
Grazie alla sua passione incontra Annette (Hilberg), e loro, divertiti, amano sottolineare che questo è avvenuto in un campo di fagioli e non su di una spiaggia sotto gli ombrelloni.
Annette prende una coraggiosa scelta, lasciando il suo sicuro lavoro da infermiera professionale e buttandosi a fondo verso una nuova passione, per i prodotti biologici e l’agricoltura nel basso Piemonte.
L’approccio iniziale dei Piemontesi nei confronti di una ‘straniera’ non è stato semplice, ma dopo aver lavorato al loro fianco nei duri inverni, e nelle caldi estati, e dopo aver imparato il piemontese (patois locale) riesce a farsi ben volere e apprezzare da tutti.
Insieme, Miklo e Annette crescono tre figli (Nicola, Aline e Nils), oltre a coltivare, sedani, porri, pomodori, peperoni, cetrioli, zucche, mais, grano, borlotti, conigli, oche, galline, mucche, maiali, cavalli, e naturalmente viti.
La passione per i vino è sempre più forte, e il mercato del biologico non consente ancora di sviluppare come vorrebbero la loro dimensione. Lasciano cosi lentamente l’orticultura, e gli animali che scaldavano le stalle, per dedicarsi a pieno alla viticoltura.
Sempre sotto i dettami del biologico e della simbiosi armoniosa con la natura iniziano a trasformare quello che era un prodotto per pochi amici di famiglia, un prodotto genuino e semplice, in un prodotto genuino e più ricercato e strutturato.
Il contatto diretto di Miklo con la scuola enologica albese e con l’Università di Torino gli permettono di fare passi notevoli in un tempo relativamente breve, e poi tutto sommato lui le sue vigne le conosce a memoria, e sa come trattarle per ottenerne il meglio.
Nasce cosi nel 94 la prima vera annata dei vini Hilberg – Pasquero, annata ormai introvabile…. Che loro stessi (stupidamente) non hanno più in cantina… se siete dunque di quei fortunati ad averne alcune bottiglie, non esitate a venirle a gustare in cantina… (cosi potremo spiegarvi il come e il perché di alcune peculiarità di quelle annate) e soprattutto assaggiarla ancora un’ultima volta.
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